PREMESSA
Suo elemento distintivo è quello di risultare primo docente del “Corso straordinario” di Saxofono in Italia in un Conservatorio di Musica (Pesaro) sin dal 1965 (Francesco Florio guidava già una ‘scuola’ presso il non ancora Conservatorio, ma Liceo Musicale annesso all’Orfanotrofio “Umberto I”, di Salerno, sin dal 1950).
FORMAZIONE
Si è diplomato in Clarinetto con il massimo dei voti presso l’allora Liceo musicale di Pescara, con Fiore, e presso lo stesso Istituto ha poi studiato Pianoforte (fino al V anno) con Bartoncini, Composizione e Strumentazione per Banda con Tognazzi e sviluppa una buona pratica violinistica appresa dal fratello maggiore «che mi fu molto utile per l'appartenenza alle orchestre dei maestri De Angelini, Segurini – una fra le prime orchestre ad affiancare agli archi i saxofoni ed anzi avere la caratteristica unica di una sezione di 5 saxofoni-, Barzizza, Zene nell'ambito della iniziale carriera nelle orchestre di musica leggera». Le intense indicazioni paterne lo portarono inoltre ad una buona padronanza della Direzione d’Orchestra. Gli impegni lavorativi però lo obbligano ad interrompere tali studi.
«L'approccio con il saxofono lo ebbi nel 1930, quando nella Banda musicale di Lanciano, in cui ricoprivo il ruolo di clarinetto piccolo, necessitò la sostituzione del sax soprano. Nello spazio di 15 giorni di pratica sullo strumento, grazie anche all'aiuto dei vecchi saxofonisti della Banda, mi ritrovai a ricoprire quel ruolo.»
ATTIVITÀ
«Più tardi, col clarinetto e con il saxofono, mi presentai a Roma all'audizione col M° Previtali (Direttore stabile dell'Orchestra Sinfonica della RAI e gestore degli affari relativi alle orchestre di musica leggera) il quale, pur soddisfatto dal mio esame non poté assumermi per completezza dell'organico. Egli mi indirizzo però al M° Petralia il quale mi offrì il posto nella sua orchestra a Firenze, che dovetti rifiutare per motivi logistici. Indirizzato quindi verso il M° Segurini, questi, ascoltatomi nell'esecuzione al clarinetto, al saxofono ed anche alla fisarmonica, mi ingaggiò facendomi suonare con sé a partire dalla sera stessa dell'audizione (era più o meno il 1942).»
Entra nell'Orchestra della RAI (allora EIAR) nel '41/'42. «il primo impiego alla Rai fu proprio nell'orchestra di musica leggera del maestro Segurini presso il quale mi interessai anche per l'incarico a mio fratello Ugo che otterrà due anni dopo.
Risale all'epoca la prima esecuzione della “Rapsodia in blu” di Gershwin con il pianista Sangiorgi eseguita successivamente sotto la direzione di Nello Segurini anche nelle vesti di pianista. Tale orchestra aveva per l'epoca una caratteristica forse unica, quella cioè di una sezione di 5 saxofoni.
Una precisazione doverosa: pur definite orchestre di musica leggera, il repertorio di tali formazioni comprendeva compositori dell'ambito colto della musica americana come Gershwin, Copland ed altri. Per tali orchestre si usava la definizione di ritmo-sinfoniche per differenziarle nella caratteristica del particolare interesse che nutrivano verso la musica americana. Le orchestre della RAI erano divise in Orchestra A - Sinfonica e Orchestra B o Ritmo-Sinfonica in cui nei 24 anni di appartenenza a questo organico ebbi modo di suonare sotto la direzione di Direttori quali Furtwangler, Bruno Walter, Victor De Sabata, Rodzinsky, Stockhausen, Zubin Metha, Peter Maag, Riccardo Muti, Marcello Abbado, Giulini, Herbert von Karajan, Bernstain, Boulez, Celibidache, Sawallisch, George Solti, Sir Barbirolli, George Pretre e Zubin Mehta, Rossi e Maderna, Dallapiccola, Petrassi, nell'inseparabile ruolo di clarinettista-sassofonista.»
«… C'era poi l'Orchestra C o Orchestra di Musica Leggera poi denominata di Ritmi e Canzoni alla cui direzione si avvicendarono maestri quali Barzizza, Kramer, Ferrio, Luttazzi, Ernesto Nicelli, Melacrin, Valberghi, Riz Ortolani, Piero Piccioni, Tarcisio Fusco, Roberto Donadio, Carlo Savina ma nonostante questi continui avvicendamenti di direttori d'orchestra era sempre Intesa come l'Orchestra Segurini.»
Nel '52/'53 fa parte dell'orchestra di Armando Trovajoli a Sanremo e nel '54, con il clarinetto piccolo, con l'obbligo del saxofono contralto, passa all'Orchestra Sinfonica della RAI. Qui ebbe modo di suonare le opere del repertorio per orchestra, con saxofono (Quadri di una esposizione, ecc.), sotto la direzione di illustri direttori e autori quali G. Pretre, F. Rossi e B. Maderna, G. Petrassi, ecc.
PASSI
• Il 14 settembre 1964, presso il Teatro La Fenice, Sale Apollinee, in occasione del Concerto da camera del Gruppo strumentale da camera per la musica italiana di Roma (Asciolla, viola; Saldarelli, violoncello; Petracchi, contrabbasso; Incagnoli, oboe; Alberto Fusco, clarinetto e sassofono; Mele, clarinetto basso; Settembri, corno; Torrebruno, percussione) diretto da Bruno Nicolai, prenderà parte alle prime esecuzioni di: Claudio Gregorat: Sequenza, per viola, contrabbasso, clarinetto e sassofono, clarinetto basso, corno, percussione (prima esecuzione assoluta); Mauro Bortolotti: Studio per Cummings n. 2, per viola, violoncello, contrabbasso, oboe, clarinetto e sassofono, clarinetto basso, corno, percussione (prima esecuzione assoluta); Paolo Renosto: Dissolvenza, per viola, violoncello, contrabbasso, oboe, clarinetto e sassofono, clarinetto basso, corno, percussione (prima esecuzione assoluta); ed altre opere di Fausto Razzi, Bruno Nicolai, Mario Bertoncini.
Clarinettista e Clarinetto piccolo
Molte le esecuzioni, fra cui ‘prime’, a cui ha partecipato esibendosi con le più prestigiose orchestre italiane e sotto la direzione di alcuni fra i più illustri direttori nella storia: Furtwangler, Bruno Walter, Victor De Sabata, Rodzinsky, Stockhausen, Maag, Muti, Abbado, Giulini, Karajan, Bernstain, Boulez, Celibidache, Sawallisch, Scolti, Sir Barbirolli, e col saxofono George Pretre e Zubin Mehta per i “Quadri di un'esposizione”, Rossi e in opere degli stessi autori Maderna, Dallapiccola, Petrassi.
• Il 31 gennaio 1964, presso la RAI di Roma, con l'Orchestra Sinfonica diretta da Nino Antonellini ricopre la parte di clarinetto in “Wagadu” di W. Vogel, oratorio per Soli, Coro, 5 Sax, Clarinetto e Voci recitanti, affiancando il "Quartetto di Saxofoni M. Mule" (Marcel Mule/S, Andrè Bauchy/A, George Gourdet/T, Marcel Jossé/B con l'aggiunta di Lucien Dacquet/BS). «La parte del saxofono soprano in quest’opera comprende anche l’esecuzione al clarinetto e al clarinetto piccolo che Mule non suonava, ragione per cui nell’organico presi posto anche io proprio affianco a Mule. L'incontro fu fruttuoso anche per la sollecitazione che da Mule e Gourdet venne per l'apertura di una cattedra di Saxofono in Italia, ma soprattutto per il rapporto epistolare che ne nacque.» Mule riteneva probabilmente doveroso, per un Conservatorio di Musica come quello di Roma, al di là della forma statalizzata, avere quell'insegnamento. M. Mule comunque era già entrato in contatto con Francesco Florio, precedentemente, per consigli sul programma di studio da utilizzare a Salerno.
• Il 2 settembre 1967 partecipò alla prima esecuzione assoluta (per la XXIV Settimana Musicale Senese), nel Teatro dei Rinnovati di Siena, di Tre per sette di Goffredo Petrassi, per 3 esecutori a 7 fiati insieme a Severino Gazzelloni ai flauti e Bruno Incagnoli all’oboe e corno inglese.
• Il 6 settembre 1970 presso il Teatro La Fenice, Concerto dell’orchestra da camera Nuova Consonanza di Roma con direttore Diego Masson per Karlheinz Stockhausen: Stop, per diciotto esecutori (prima esecuzione italiana).
• Il 7 settembre 1970 al Teatro La Fenice, Concerto dell’orchestra da camera Nuova Consonanza, Direttore Daniele Paris, Christian Wolff: Nine, per nove esecutori (prima esecuzione italiana), Earle Brown: Available Forms I, per diciotto esecutori (prima esecuzione italiana).
• Il 10 settembre 1972 al Teatro di Palazzo Grassi, Auditorium di S. Francesco al Corso, Verona, Orchestra da Camera Nuova Consonanza di Roma, direzione e regia Marcello Panni, di Aldo Clementi: Concerto per pianoforte e sette strumenti (prima esecuzione assoluta), Francesco Pennisi: Sylvia Simplex (Ornitoscopia), scena per un conferenziere, proiezioni diafotografiche e cinematografiche, soprano e orchestra da camera (prima esecuzione assoluta), Dieter Schnebel: Glossolalie, definizione di una musica per recitanti e strumenti su 26 fogli volanti (prima esecuzione assoluta nella versione teatrale).
• ecc. ecc. ecc.
QUARTETTO DI SAXOFONI ITALIANO
Il Quartetto nasce su sollecitazione di Mario Labroca, in quegli anni direttore artistico dei programmi radiofonici della RAI, e dalla entusiasmante impressione che questi aveva ricevuto nell’ascolto della sezione saxofoni dell’Orchestra Cineforica della RAI (ne facevano parte inizialmente, in linea di massima, U. Fusco/S, A. Fusco/A, Nino Dell'Aquila/T1, Michele Ortuso/T2, Umberto Anastasi/B - in cui Dell'Aquila e Ortuso facevano parte, insieme a Ugo Fusco e Maestri, della sezione saxofoni dell'Orchestra di Musica Leggera della RAI, mentre Anastasi era chiamato "a prestazioni"), allora diretta da Alberto Fusco. Come leader di quella sezione, dalla cui idea sarebbe nato il Quartetto di Saxofoni Italiano, riferisco della partecipazione a colonne sonore di film come raccontato da Alberto Fusco che durante l'appartenenza all'Orchestra Sinfonica della RAI e con l'Orchestra Cineforica (costituita appositamente per l'esecuzione delle colonne sonore dei film e di cui Alberto Fusco era anche vice presidente) prese parte alle colonne sonore dei film di Federico Fellini con musiche di Nino Rota dirette da Franco Ferrara (8 e 1/2, La strada, Il circo, La dolce vita, ecc.), con Rustichelli partecipò alle colonne sonore dei film di Germi, ai film di Nascimbeni e a quelli con musiche di Lavagnino, Cicognini, ecc.
Quello dell’esecuzione di Wagadu di Vogel, e le problematiche relative all’assunzione di musicisti francesi per tali esecuzioni, si era rivelato l’ennesimo motivo che aveva portato il sovrintendente Labroca, già dal 1959, a sollecitare la costituzione di una tale formazione: fu così che prese forma il Quartetto di Saxofoni Italiano. «Costituito nel 1959 con Ugo Fusco al saxofono soprano (a cui subentra in seguito Baldo Maestri), me stesso al saxofono contralto, Claudio Taddei (nel 1964 sostituito da Eraclio Sallustio) al saxofono tenore, Antonio Russo al saxofono baritono. La prima apparizione ufficiale di questo Quartetto fu un concerto tenuto il 19/05/1959 presso l’Academie de France di Villa Medici, a Roma, per l’esecuzione di “Quatuor pour Saxophones” di Alain Bernaud. Il repertorio era costituito da opere di Francaix, “Ideogrammi” di Bortolotto, Alain Bernaud, Masetti. Il quartetto non tenne granché di concerti ma ebbe una enorme attività negli studi di registrazione della RAI con le colonne sonore di numerosi film. Questo Quartetto Italiano di Saxofoni si sciolse nel 1965 per impegni individuali.»
Risulta però che il gruppo fosse ancora attivo nel 1968 quando registra un brano di Sallustio nell’LP Natura e Musica N.1, Grand Prix GP 121 (1968) con Saxologia per quartetto di saxofoni e chitarra. A quel tempo il Quartetto di Saxofoni Italiano era composto al Saxofono soprano da Teobaldo Maestri, Saxofono contralto Alfio Galigani, Sassofono tenore Eraclio Sallustio e Saxofono baritono Antonio Russo.
Significativa anche il fatto che i componenti si erano già ritrovati insieme in precedenza e la presenza a prime assolute, come l'esecuzione nel 1954, a Torino, dell'operina buffa in tre atti, di Jean Francaix, "Paris a nous deux" per pianoforte, 4 sax e coro, sotto la direzione di Arturo Basile, o la prima assoluta nel 1960 (Ugo Fusco al soprano, Alberto Fusco al contralto, Eraclio Sallustio al tenore e Antonio Russo al baritono) di "Ideogrammi 2" di Aldo Clementi al XXIII Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia.
CAMERISMO
L'attività musicale di Alberto Fusco si allargò alla collaborazione con il Gruppo strumentale da camera per l'esecuzione della musica italiana contemporanea (fra gli altri Petracchi al contrabbasso), al Gruppo strumentale Nuova Consonanza (con cui ebbe modo di eseguire opere, dirette dagli stessi autori, di G. Petrassi, G. Rusconi, ecc.), al Teatro Musica (per l'esecuzione di opere di e dirette da S. Bussotti, J. Cage, ecc.). «Dei gruppi elencati facevano anche parte Baldo Maestri (clarinetto e saxofono contralto), Alberto Fusco (clarinetto e saxofono soprano), Marcello Boschi (saxofono baritono), Cesare Mele (clarinetto basso e saxofono tenore), ove Maestri era nell’Orchestra di musica leggera della RAI mentre gli altri erano ‘aggiunti’.»
L'INSEGNAMENTO
Come docente in Conservatorio Alberto Fusco inizia la sua attività a Pesaro nel 1965 (il 23 ottobre), come Corso straordinario di saxofono, dove rimarrà fino all’anno scolastico 1969/70 (30 settembre 1970).
«Nell'anno scolastico 1963/64, su mia insistenza, il Direttore del Conservatorio di Pesaro, Selvaggi, decise di istituire il Corso Straordinario di Saxofono che però, poiché l'insegnante di Oboe, Sydney Gallesi, non aveva allievi sufficienti al mantenimento della sua cattedra, ebbe l'incarico di guidare quella di saxofono che non ebbe allievi fino all'anno scolastico 1965/66, quando l'incarico passò a me (1° della graduatoria per l'insegnamento del saxofono) con una classe di 15 allievi.»
Romano Mauriello ci spiega i metodi persuasivi di Fusco per raggiungere anche in seguito un così alto numero di iscritti: «Quando ero nella Banda dell'Aeronautica venne il maestro Alberto Fusco che insegnava al Conservatorio di L'Aquila in cerca di elementi che si iscrivessero in Conservatorio per dimostrare la validità dell'insegnamento del saxofono.»
«NB.. inizialmente necessitava la richiesta della cattedra del corso straordinario di saxofono annualmente, dopo di che divenne triennale e successivamente a tempo indeterminato. La commissione ministeriale atta a prendere tali decisioni era costituita da 3 miei intimi amici: gli ispettori Saldarelli per gli archi, Pellegrino per i fiati, Ullu per le tastiere…»
Dal 1970/71 al 1978 (quando si dimetterà) ricoprirà lo stesso incarico presso il Conservatorio di L’Aquila. Nel 1976 intanto era già andato in pensione dalla RAI.
Nei saggi delle sue classi ha spesso presentato quartetti di saxofoni e un sestetto (S, 2A, 2T, B) con musiche trascritte da lui stesso o dall’allora Direttore del Conservatorio, Marcello Abbado.
NB. Nel 1963 [‘65] la prima Cattedra istituzionale, in un Conservatorio, era stata tenuta a battesimo da Alberto Fusco al “Rossini” di Pesaro. Nel 1969/70 entrano nell'insegnamento anche Eraclio Sallustio che inaugura la neonata cattedra presso il Conservatorio di Bologna e Ugo Fusco inaugurando la nuova cattedra a Pescara, nel 1970/71 si aggiunge una cattedra anche al Conservatorio “Alfredo Casella” dell'Aquila dove sarà ancora una volta Alberto Fusco, trasferitosi nel frattempo presso l'Istituzione abruzzese a tenere a battesimo la nuova scuola, quindi Baldo Maestri a Frosinone nel 1972/73, trasferitosi lì per una nuova cattedra istituita, fu sostituito a Pesaro nel ‘72 da Romano Mauriello.
ALLIEVI
Gli allievi che il Maestro mi ha ricordato fra i suoi: Enzo Veddovi (già docente a Pesaro), Enzo Filippetti (con lui per 4-5 anni di studio sui 7, oggi docente a Roma), Marzio Colasanti (insegnante a L’Aquila), Romano Mauriello (che si diploma in sassofono al Conservatorio di L’Aquila con il massimo dei voti. Già docente a Pesaro dal 1973/74 al ‘79/’80, dal ‘80/’81 al ‘97/‘98 sarà a L’Aquila), Gaetano Di Bacco (con lui per 4-5 anni sui 7), Gianni Oddi che con lui ha compiuto gli studi musicali in Sassofono al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila.
Alcuni commenti delle personalità musicali più illustri con cui Fusco collaborò chiariranno il livello artistico e musicale di questo interprete:
«[...] È uno strumentista magnifico. Molte volte suonò con me, e sempre egregiamente, [...]». (Bruno Maderna, 9.3.1963).
«Il Prof. Alberto Fusco ha collaborato in qualità di 1° Clarinetto e Saxofono in vari concerti e registrazioni da me dirette, dimostrando eccellenti qualità tecniche e interpretative». (Franco Ferrara, 22.3.1963).
«[...] il Prof. Alberto Fusco ha collaborato in moltissime registrazioni di miei commenti musicali per film e registrazioni discografiche, dando sempre un importantissimo e prezioso contributo quale solista di clarinetto e sassofono contralto, per le sue grandi qualità di esecutore di razza e di vero musicista [...]». (Mario Nascimbene, 5.4.1963).
«[...] Si tratta di elemento dalle capacità musicali e tecniche eccezionali [...].». (Franco Mannino, 11.4.1963)
«Ringrazio il Prof. Alberto Fusco per la eccellente prestazione tecnica ed interpretativa quale solista saxofonista contralto nel mio Concerto per Orchestra con 2 pianoforti e saxofoni [...]». (Gian Luca Tocchi, 20.5.1963).
COLONNE SONORE
In Pane, Amore e Fantasia (1953) di Luigi Comencini con le musiche di Alessandro Cicognini è lui che suona i vari strumentini inusuali.
Prese parte alle colonne sonore dei film di Federico Fellini con musiche di Nino Rota dirette da Franco Ferrara (La strada - 1954, Il circo, La dolce vita - 1960, 8 e ½ - 1963, ecc.) «sempre alternando il sax al clarinetto», con Rustichelli partecipò alle colonne sonore dei film di Germi, ai film di Nascimbeni e a quelli con musiche di Lavagnino, Cicognini, ecc.
Vorrei far notare che delle colonne sonore di cui il M° Fusco mi ha personalmente ricordato fanno anche parte, per semplificare, quelle di alcuni film di Totò, con quella sezione saxofoni che spesso raggiunge livelli di eccezionalità: li e nelle altre della sezione facevano parte inizialmente, in linea di massima, U. Fusco/S, A. Fusco/A, Nino Dell'Aquila/1°T, Michele Ortuso/2°T, Umberto Anastasi/B in cui Dell'Aquila e Ortuso facevano già parte, insieme a Ugo Fusco e Maestri, della sezione saxofoni dell'Orchestra di musica leggera della RAI, mentre Anastasi era chiamato "a prestazioni". Vi si aggiungevano a volte Pisciarelli (1° sax soprano della Banda dei Carabinieri intorno al ‘47/’48), Alfio Galigani, Calligaris (quando non era imbarcato sulle navi da crociera).
Altra formazione di circostanza ricordata dal Maestro è: Alberto Fusco clarinetto e sax soprano, Baldo Maestri clarinetto e sax contralto, Cesare Mele clarinetto basso e sax tenore, Marcello Boschi sax baritono ove Maestri era nell’Orchestra di musica leggera della RAI mentre gli altri erano ‘aggiunti’.
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