Ha compiuto studi di Composizione (fu allievo di Malipiero e Maderna), Filosofia, Psicologia.
A diciotto anni, studente, vinse il Primo Premio di composizione della RAI. Musicista di respiro internazionale, autore di due opere liriche, 4 sinfonie, dodici sonate per pianoforte, un centinaio di lieder e innumerevoli altri lavori eseguiti in varie città europee, comprese svariate opere teatrali.
La prima edizione tedesca dell’enciclopedia della musica MGG scrisse che “ha influenzato la musica tedesca per almeno un decennio”. Il Belgio scelse la sua composizione Memory of the World per rappresentarsi al Prix Italia e qualche anno dopo anche l’Irlanda scelse un’altra sua composizione sinfonica: Memory of the Fire con lo stesso scopo.
Con alcuni amici teosofi ha fondato a Cervignano del Friuli il Centro Internazionale di Studi e Ricerche Teosofici e si è occupato scientificamente di ricerche sulla terapia musicale e la sua psicologia.
E’ autore di numerosi libri e monografie su argomenti di critica, di analisi, di filosofia e psicologia. Da segnalare le ultime analisi e commento de Le Nozze Alchemiche di K.R.
Ha frequentato per più di trent’anni l’India.
Negli ultimi anni ha vissuto fra la Germania e l’Italia e qui fra Cervignano e Venezia, dove ha presieduto il locale Gruppo Teosofico e si è occupato a fondo di Terapia Musicale.
E’ autore di musica corale, orchestrale ed operistica.
-- Messosi in luce sin dalla giovanissima età (1945, Primo Premio di Composizione della Radio Italiana), si conferma come uno dei più promettenti autori del suo tempo con l’affermazione al Premio Nazionale della Musica (1953), che gli valse immediata considerazione, ma anche la coscienza di dover allargare i confini e le prospettive della sua esperienza per proseguire nella costruzione della propria identità musicale. Come tanti giovani musicisti che hanno attraversato il ‘900, si indirizzò così verso Darmstadt, vero centro nevralgico della ricostruzione musicale contemporanea del dopoguerra. Dal 1959, anno della prima visita ai Ferienkurse, il rapporto con la città tedesca si è progressivamente rafforzato prima con una immediata rappresentazione (1960), poi con la scelta di renderla la propria residenza ufficiale per più di un ventennio (dal 1962). Renato De Grandis assume sotto molti punti di vista le aspirazioni e le necessità espressive di molti suoi coetanei, cogliendo le opportunità e la ricchezza del fenomeno e delle inevitabili contaminazioni che ribollivano a Darmstadt. Egli fornisce l’opportunità di rivisitare quest’esperienza da una prospettiva svincolata dalle consuete argomentazioni inerenti le tecniche compositive predominanti (serialità e alea), utilizzate dai principali protagonisti di quegli anni (Boulez, Cage, Stockhausen, Berio, Maderna, Ligeti, Nono, etc.), permettendo così di rintracciare percorsi umani e poetici di grande ricchezza e valore artistico che hanno in vari modi influenzato la produzione musicale sino ai nostri giorni.
La figura di Renato De Grandis non può essere compresa pienamente senza l’attiva partecipazione e ricerca nella Società Teosofica, essendo tra i fondatori del “Centro Internazionale di Studi Teosofici di Cervignano”. Autore di numerosi articoli e libri su tematiche inerenti la teosofia tra cui "Metafisica della musica" e "Della terapia della musica", de Grandis ha sviluppato un’originale percorso di studi centrato sull’esperienza e conoscenza diretta che lo ha portato a divenire figura di riferimento in ambito internazionale.
--«Nel 1987, a sessant’anni, Renato de Grandis decise di abbandonare la composizione. Dopo i vent’anni trascorsi in Germania e i dieci anni a Bruxelles ritornò in Italia. Delusioni? Rassegnazione? Non lo sappiamo. Alle sue spalle vi erano decenni di attività compositiva indiscutibilmente di successo, secondo i canoni di quel tempo, con un periodo culminante negli anni tra il 1960 e il 1985. Venne considerato uno dei compositori più importanti sulla scena musicale dell’avanguardia europea. I teatri d’opera e le radio commissionarono lavori al giovane veneziano; la sua musica venne eseguita a Darmstadt, Dortmund, Köln, Kiel, Hannover, Monaco, Stoccarda, Wiesbaden, Bruxelles, Varsavia, Dublino. Ritornato in Italia, de Grandis si dedicò ai suoi interessi filosofici, alla scrittura di libri, alla poesia, alla pittura e all’insegnamento. In questi anni approfondì inoltre le ricerche dedicate a Buddhismo, Cabala e Teosofia. Gli studi erano legati a lunghi viaggi, soprattutto in Asia. L’abbandono della composizione durò soltanto pochi anni e sembra che furono proprio i numerosi viaggi a ricondurlo al lavoro compositivo.» (Booklet del CD Wergo ‘movimento perpetuo • preludi per pianoforte
antonio tarallo’)
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