Allievo di G. Zuelli al conservatorio di Palermo, ove si diplomò in composizione nel 1904, già nel 1908 rivolse la sua attenzione al melodramma e la sua prima opera, Regina (tre atti, libretto di A. Donaudy), doveva essere rappresentata al teatro Dal Verme di Milano, ma la partitura andò perduta nel terremoto di Messina del 1908.
Il primo successo venne, invece, con l'opera Radda, rappresentata nel 1911 al teatro Mastrojeni di Messina (poi replicata al teatro Massimo di Palermo nel 1914). Trasferitosi a Milano viene convinto dall'editore Sonzogno a scrivere operetta. Nel 1914 esordisce con successo nel genere con Venere a cui seguirono una lunga serie di affermazioni, in particolare nel campo dell'operetta. È da considerarsi uno fra i maggiori epigoni italiani, insieme a G. Pietri, Carlo e Costantino Lombardo, V. Ranzato, M. P. Costa, Mascagni con Si e Leoncavallo con La Regina delle rose, di quella corrente musicale che, fra la fine del ‘800 e l'inizio del ‘900, con una produzione vicina alle forme vivaci dell'operetta viennese, ottenne grandi consensi di pubblico.
Trasferitosi a Milano viene convinto dall'editore Sonzogno a scrivere operetta. Nel 1914 esordisce con successo nel genere con Venere. La vergine rossa va in scena al Teatro Reinach di Parma nel 1921 ed ha la prima al Teatro La Fenice di Venezia nel 1922. Fiore di Siviglia va in scena al Teatro Reinach di Parma nel 1922.
Musicalmente agguerrito diede il meglio di sé ne Il Ventaglio (1923), ma soprattutto nelle due operette toscane Stenterello (1927) e Calandrino (1929). Al Teatro Reinach di Parma Il trillo del diavolo e Miss Italia vanno in scena nel 1929, Stenterello nel 1930.
Compose romanze, pezzi per voce e pianoforte e musiche di scena per importanti compagnie teatrali italiane, pubblicate dalle case Ricordi, Carisch, Forlivesi, Fantuzzi.
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