Ha compiuto gli studi musicali conseguendo i diplomi di Sassofono, Flauto e Strumentazione per Banda. Ha studiato presso Conservatorio di musica "Santa Cecilia". Si è perfezionato in Musica da Camera con C. Klemm a Città di Castello e in Musica Jazz frequentando i corsi a Diano Marina con G. Gaslini e a Siena Jazz con G. Trovesi.
Inizia la sua attività di musicista professionista giovanissimo. Dapprima strizza l’occhio al free jazz, facendo parte del noto gruppo pugliese degli anni ottanta, I Praxis (LP “Praxis”, ecc.), e collabora per diverso tempo con la Big Band di Paolo Lepore di Bari. Si trasferisce quindi a Roma e li inizia ricche collaborazioni. Da qui in poi svolge attività concertistica nell’ambito della musica Jazz (Festival di “Ascona Jazz”, “Jazz e image” di Roma, Atina jazz, Festival di Roccella Jonica, Festival Jazz di San Marino, Concerti a Vilnius e Londra) ed ha all’attivo registrazioni discografiche con “The Ghosts of the ‘20” e la “Gang” di Red Pellini. In qualità di 1° Sax Contralto, ha suonato con la Big Band di Emanuele Urso e per la RAI con D. Sudhalter, Dusko Goycovich, G. Gaslini, B. Tommaso, G. Schiaffini, Lino Patruno, Red Pellini, Emanuele Urso, Marcello Rosa.
È autore di composizioni originali, trascrizioni e arrangiamenti per Quartetti e Quintetti di Sassofoni, Orchestra di Fiati e Percussioni, Big band (Ed. Curci).
Ha intrapreso l’attività didattica come docente di Flauto presso il Conservatorio di Monopoli e come docente di Teoria e Solfeggio presso il Conservatorio di Benevento. Ha insegnato Teoria, Analisi e Composizione presso i Licei Musicali “Farnesina” di Roma e “Chris Chappell College” di Anzio.
12/2023
«Conobbi Pino, anni ’80, quando timidamente iniziavo ad avvicinarmi al saxofono, nel paese dove si andava a villegiare l’estate. La fortuna di avere sempre amici più grandi d’età che mi presentarono a lui.
Pensando che già ne capissi qualcosa (studiavo l’Orsi allora) mi coinvolse nelle sue idee facendomi ascoltare e chiedendomi cosa ne pensassi, lui, frenetico come mai incontrati, non discuteva, coinvolgeva.
Cosa potevo pensarne?! Era impressionante ciò che di straordinario riusciva a far uscire dallo strumento, troppo avanti ma, da quel giorno, grazie a lui, decisi che il saxofono sarebbe stato il mio strumento.» FS
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